domenica 12 dicembre 2010

Ilpratoverdeoro

dalla raccolta "i giardini di cortostretto"

Leggendo nei giornali quello che capita nel nostro Paese e, più in generale, nel mondo, continuo a stupirmi di come, quanto meno i giovani, non si uniscano in massa e levino forte il loro coro di sdegno. Poi sono costretto ad alcune amare riflessioni.

Primo. Che le cose le leggi solo sui giornali, tra l’altro solo su alcuni giornali, perché la televisione è in mano a loschi figuri che manomettono la realtà mistificandola. Secondo. I giovani sono tutti anestetizzati. Hanno a disposizione internet per vedere il mondo nella sua globalità ma passano la maggior parte del loro tempo a scriversi cazzate sui vari blog virtuali. Mi chiedo dove sono finiti quei cuori che si scaldavano al solo udire le parole libertà, uguaglianza, fratellanza… Stavamo con le chitarre in mano a contemplare i nostri prati verde-oro e progettavamo un mondo senza confini, senza soprusi, senza ingiustizie. Oggi, che sono vecchio e solo, che le chitarre si sono spente, che l’oro del grano non colora più questi prati, devo anche subire l’ultima onta. Non solo noi siamo quasi scomparsi, i nostri sogni svaniti e i colori che contemplavamo sono stati macchiati dall’edilizia selvaggia, francobollata dalle norme comunali, approvate ad convenienzam (pare che i conad, da una certa causa in poi, siano stati inseriti, non si capisce bene il perché, insieme agli edifici di interesse pubblico…). L’onta finale, il grave oltraggio è dato dalla sensazione che non ci sia più nessuno nelle giovani leve che sappia amare e proteggere un prato verde-oro. Spero di sbagliarmi…

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